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Strategie per un incipit di successo

Quali sono le strategie per scrivere un incipit efficace e trascinante? Esistono moltissimi accorgimenti utili, ma uno è secondo me fondamentale. Lo analizziamo qui.

Quanto è importante l’avvio di una storia

Quando cominciamo a leggere un romanzo o un’opera letteraria giudichiamo immediatamente dalle prime parole se può incuriosirci, se può attirare la nostra attenzione e di conseguenza se merita di dedicarvi il nostro tempo libero proseguendo con la lettura.

Tale considerazione ci fa riflettere su quanto sia fondamentale l’incipit, definizione che deriva dal latino incipěre, che letteralmente significa “incominciare”. Con questo termine non solo ci riferiamo alle prime parole di un’opera, ma con un significato più ampio possiamo indicare la parte iniziale, la tranche di avvio che può essere di diversa lunghezza.

L’incipit ci permette di capire l’ambientazione della vicenda o le caratteristiche del protagonista o magari lascia trasparire l’identità stessa del narratore. In ogni caso l’incipit ha il compito di catturare la fiducia del lettore e permette di entrare in sintonia con lo scrittore creando una certa complicità. È come se fosse un segnale di identificazione che dà il via al processo comunicativo e che genera aspettative nel pubblico attirandone la benevolenza. Termina nel momento in cui esaurisce il suo scopo introduttivo facendo immergere il lettore nella trama o nel profilo del personaggio principale.
Per chi inizia a scrivere un romanzo, la prima domanda è quasi sempre: “Qual è l’incipit efficace?”, “Con quali parole posso attirare l’attenzione del lettore?”, “Come posso catturare la sua fiducia?”.
Alcune grandi opere sono rimaste impresse nella memoria collettiva proprio per i loro incipit; infatti come non ricordare “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita”, l’inizio dell’Inferno, il primo libro della Divina Commedia di Dante Alighieri. Già dalle prime battute ci aspettiamo che l’autore descriva il percorso di redenzione che si accinge a compiere il protagonista. Possiamo citare l’altro storico esempio de I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni in cui la celebre frase “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno…” ci fa subito capire che con un velato tono ironico verrà descritta la società di quell’epoca con tutte le sue sfaccettature. O ancora “Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece infelice a modo suo”, l’incipit di Anna Karenina, di Lev Tolstoj.

L’incipit di successo

Per dare vita ad un incipit davvero efficace una strategia sicuramente vincente è quella di entrare direttamente nella ferita del personaggio.

In questo modo possiamo tuffarci nel mondo del romanzo e del suo protagonista, individuando i possibili sviluppi futuri. Ma cerchiamo di capire insieme cosa intendo per ferita del personaggio.

Si tratta del suo dolore più privato, della sua necessità interiore. Need e desire, cioè bisogno e desiderio, sono due parole che apparentemente possono sembrare sinonimi. Analizzando il loro significato ci rendiamo invece conto del fatto che hanno una natura simile, ma che si riferiscono a due concetti molto diversi tra loro. I bisogni sono necessità che devono essere soddisfatte per sopravvivere, come la fame, la sete, l’abbigliamento o il riparo. Quando un bisogno non viene soddisfatto, si attiva istintivamente una pulsione, qualcosa che può anche arrivare a sovrastarci. Il bisogno è qualcosa da cui non si può fuggire, se non viene soddisfatto possiamo arrivare a provare dolore.

Il bisogno non soddisfatto, genera una ferita. E la ferita del personaggio è il suo elemento distintivo.

incipit

Senza titolo, dalla serie Imagined states and desires. A Balkan journey, 1999-2002 Vanessa Winship

Le foto sono spesso potenti come un incipit.

Il desiderio, invece, è qualcosa che vogliamo per noi stessi ed è possibile vivere anche se non riusciamo a ottenerlo. Possiamo volere una cosa in modo piò o meno forte, e più la desideriamo e più ci impegniamo e lottiamo per averla. A volte questa ricerca ci porta sofferenza, e se non riusciamo a raggiungere l’obiettivo rimaniamo frustrati nell’orizzonte dei nostri desideri. Qui abbiamo parlato della necessità di dover riscrivere molte volte.

In un romanzo, tutto quello che fa il personaggio deriva dalle sue necessità e dai suoi desideri. I concetti di need e desire sono i cardini che spiegano il perché abbia agito in un determinato modo o abbia assunto un certo atteggiamento, o compiuto una determinata scelta.

Quello che fa è volto a soddisfare i suoi bisogni, così come i suoi comportamenti che sono motivati da cause e indirizzati a raggiungere scopi ben definiti. Percepisce il venir meno di qualcosa di importante o essenziale e al suo interno si scatenano forze che lo guidano ad agire per colmare questa carenza. In questo caso, però, più che di necessità di sopravvivenza di tipo fisico, parliamo delle sue necessità di tipo interiore.

Decidi da quale ferita sarà colpito il tuo personaggio, qual è il suo desiderio che lo anima, e porta il tuo lettore dentro quella ferita. Ne verrà fuori un incipit straordinario.

Più forte è la necessità che trascina un personaggio, più forti sono i suoi desideri, maggiore sarà la spinta che lo farà agire. Più forti sono i suoi bisogni, il suo need interno, più profonda è la ferita che lo anima. Una delle vie che portano l’incipit del romanzo a essere efficace è se agisce dentro la ferita del personaggio. Se ci porta a scoprirla o intravederla, a scorgere la profondità di tale ferita.

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Ideatore del metodo Cartografia Letteraria, Writing Coach ed Editor.

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